La Gricia: tra storia e leggenda, passando per il pairing con il Gin

Un piatto antico con un pairing moderno: tra aneddoti storici e abbinamenti inaspettati, ti raccontiamo la Gricia come non l’hai mai gustata.
La pasta alla gricia oggi è uno dei piatti più iconici della cucina romana, anche se va detto che spesso i profani la confondono con la carbonara…
Tuttavia la gricia, rispetto alla carbonara, ha origini molto più antiche e il suo legame con il territorio italiano la rende una pietanza di estremo fascino. Per esempio, anche se non si direbbe, la pasta alla gricia ha a che fare anche con il Nord Italia.
La Gricia, icona della cucina romana, non è esattamente “romana”
La gricia affonda le sue radici nella tradizione gastronomica dei pastori che, con pochi ingredienti semplici, ma gustosi, riuscivano a preparare piatti nutrienti e saporiti durante le loro lunghe giornate di lavoro.
E secondo la cultura popolare, quei pastori non erano romani, ma provenienti dal Nord Italia, in particolare dalla Valtellina: nella Roma dei Papi (non parliamo quindi dell’Antica Roma) si procuravano da vivere come venditori ambulanti di spezie ed alimenti (tra questi alimenti, proprio la pasta alla gricia).
Ma perché si dice pasta alla “Gricia”?
Il motivo è da riferirsi, sempre secondo la cultura popolare, agli stessi venditori ambulanti che preparavano la pietanza nelle strade romane del primo millennio: essi infatti erano chiamati “grici”, questo perché la Valtellina ai tempi faceva parte del Cantone svizzero dei Grigioni, da cui deriva il loro nome e quello della pasta.
Va specificato che questa è solo una delle teorie riferibili all’origine e al nome della pasta alla gricia (sicuramente una delle più accreditate).
Gricia: ricetta e differenze con la Carbonara e l’Amatriciana
A differenza della carbonara, che prevede l’uso dell’uovo, la gricia si compone di soli tre ingredienti principali: guanciale, pecorino romano e pepe nero.
È proprio l’assenza dell’uovo a distinguere questo piatto dalla carbonara, altra icona della cucina romana.
La differenza con l’amatriciana è invece l’assenza di pomodoro (non a caso a volte viene chiamata anche “amatriciana bianca”).
I tre ingredienti della Gricia sono speciali:
- Guanciale: è la carne del maiale ricavata dalla guancia o dal collo, che deve essere stagionata. Il suo sapore è più delicato rispetto alla pancetta e aggiunge una certa untuosità alla gricia.
- Pecorino romano: è il formaggio tradizionale della cucina romana, fatto con latte ovino. Viene grattugiato e mescolato alla pasta per creare la base cremosa del piatto (senza l’uso di uova).
- Pepe nero: fresco e macinato al momento, dona quella nota piccante e aromatica che completa il piatto.
La Gricia col Gin? Un abbinamento alla scoperta di sapori inediti
Chi ha detto che con la gricia si beve solo il vino? Un abbinamento insolito ma sorprendentemente armonioso è proprio quello con il gin.
Il classico Army & Navy è perfetto da accompagnare alla pasta alla gricia: da un lato la rotondità del guanciale e la sapidità decisa del pecorino romano, dall’altro l’eleganza agrumata del gin, la freschezza del limone e il tocco vellutato dell’orzata, che con la sua dolcezza di mandorla smorza la potenza del piatto e lo bilancia con grazia.
Il risultato è un dialogo curioso di vari sapori, in cui ogni boccone viene rinfrescato da un sorso che pulisce il palato e invita a continuare. Perfetto per chi vuole sperimentare sapori nuovi, ma sempre all’insegna della tradizione.
Ingredienti:
60 ml Malfy Gin Originale
22,5 ml Succo di limone fresco
15 ml di Orzata
2 dash di bitter all’arancia
2 dash di soluzione salina
Garnish: Coin di Limone
Procedimento:
- Raffredda il bicchiere con del ghiaccio o, se hai un freezer abbastanza grande, puoi tenere in fresco le coppette come nei migliori cocktail bar.
- Poi prendi lo shaker e riempi il TIN grande con del ghiaccio (non completamente, altrimenti rischi di non riuscire più ad aprirlo). Aggiungi i primi quattro ingredienti nello shaker.
- Chiudi lo shaker con la parte piccola dando un colpo per sigillarlo bene. Tieni una mano sul fondo e una sul top mentre inizi ad agitare. Non agitare in modo troppo energico, altrimenti il ghiaccio si romperebbe troppo.
- Se hai raffreddato il bicchiere con il ghiaccio, è ora di eliminarlo: toglilo e preparati a servire il cocktail. Per aprire lo shaker dai un colpo con il palmo della mano sulla parte superiore (dove non pende il TIN piccolo). Ti accorgi di aver dato il colpo nel modo corretto perché vedrai muoversi leggermente il TIN piccolo. Inserisci lo strainer nella parte superiore dello shaker e filtra il liquido nel bicchiere fino a riempimento.
- Piega leggermente il coin di limone in modo che rilasci i suoi oli essenziali all’interno del cocktail.
Bicchiere di Servizio:
Nick & Nora o Coppetta Martini, entrambi ideali per servire cocktail senza ghiaccio, perché la presenza dello stelo aiuta a mantenere la bevanda fresca, evitando che il calore delle mani riscaldi rapidamente il contenuto. La loro forma permette, inoltre, di esaltare gli aromi, favorendo la “respirazione” del cocktail e migliorando l’esperienza olfattiva.
Il segreto da Bartender:
La soluzione salina è di facile preparazione, e puoi farla a casa: le proporzioni da tenere a mente sono 4:1 (20g sale, 80 gr acqua).
Ora che hai scoperto qualcosa in più riguardo la storia e la tradizione della pasta alla gricia, è il momento di mettere alla prova l’abbinamento con il gin: lo spirito di questa rubrica, del resto, è proprio quello di riscoprire le ricette classiche italiane leggendole con altri occhi e con altro gusto.
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