Malfy Gin intervista Alessio Rivarola, bartender di Momus a Milano

La Passione per la Mixology: Un Viaggio Personale
Continuano le interviste di Malfy Gin ai bartender di tutta Italia.
In questa intervista Alessio ci racconta il suo percorso e la sua visione del mondo della mixology.
Curios*? Ecco a te l’intervista completa, dove potrai scoprire anche consigli su misura per cimentarsi a casa nella preparazione di cocktail con Malfy Gin.
Come ti sei innamorato del mondo della Mixology? Come hai iniziato la tua carriera come bartender?
La passione per questo mondo è iniziata quando avevo 16 anni, bazzicavo già qualche ristorante e locale solo per farmi qualche spicciolo. Tutto è cambiato quando, un giorno, i miei nonni (amanti del bere bene) mi portarono in un noto bar sul Lago Maggiore: lì vidi i bartender creare drink fuori dal comune, miscelando e shakerando l’impossibile. Da quel giorno avevo deciso quale sarebbe stata la mia strada.
Tra forma e contenuto: quanto è importante il mood e l’ambiente del tuo locale nel processo creativo?
L’ambiente all’interno del Momus è uno dei suoi punti di forza, perché si crea fin da subito un rapporto sano e amichevole con la clientela.
Questo fa sì, che la gente abbia fiducia in quello che facciamo, ma anche tanta curiosità, lasciando libero spazio alla nostra creatività.
Anche nel mondo dei cocktail si parla di sostenibilità; ti è mai capitato di assaggiare o di creare un cocktail sostenibile?
La sostenibilità è un tema molto in auge da qualche anno. Io stesso negli anni creando drink, riuscivo a dare una seconda vita a prodotti di scarto magari finendo pure per renderli protagonisti stessi del drink, è una tematica molto importante e che dovrebbe stare a cuore un po’ a tutti.
Se potessi fare un solo cocktail per il resto della tua carriera, quale sarebbe? E come mai?
Se dovessi scegliere un drink per tutta la vita sarebbe senz’ombra di dubbio il Martini Cocktail. Un drink volubile ed elegante che ha un rapporto a sé da persona a persona.
Un cliente entra nel tuo locale: al “fai tu”, cosa fai davvero? Segui uno schema?
A volte, soprattutto se il cliente si siede a bancone faccio un gioco partendo da una domanda: com’è è andata la tua giornata?
Questo non vuole essere un modo invasivo per farmi gli affari del cliente, infatti non chiedo di raccontarmi i minimi dettagli, però in base al rendimento della giornata posso capire molto su come accontentarlo. Ad esempio, se è stata una giornata lunga e il cliente ha bisogno di rilassarsi consiglio un bel Long Drink. Fare il bartender non vuol dire solo saper miscelare bene, ma anche capire chi hai di fonte.
Proprio perché il mondo della mixology è in continua evoluzione, come ti tieni aggiornato e dove trovi l’ispirazione per le tue creazioni?
Per tenermi aggiornato e trovare ispirazione per nuovi drink ho molte risorse, tra blog, riviste e libri; il modo che preferisco per tenermi aggiornato è girare col mio taccuino sia in Città ma soprattutto all’estero cercando nuovi abbinamenti e sapori, confrontandomi a volte con colleghi di altri locali, creando curiosità e costruendo un rapporto sano e utile ad entrambi.
Mocktail e Food Pairing: due dei trend che esistono nella mixology. Qual è quello che, secondo te, è qui per restare?
Sia i Mocktail e Food Pairing sono trend molto importanti al giorno d’oggi.
Non penso ce ne sia uno che possa sovrastare l’altro, personalmente mi diverto molto a fare Food Pairing, perché è l’unione di due eccellenze italiane.
Parlando di Food Pairing: qual è l’abbinamento food-drink più sorprendente che hai sperimentato?
Una cosa che mi divertiva molto era abbinare drink e dessert, se durante una cena il dessert è la coccola finale, un bel drink in accompagnamento è la ciliegina sulla torta.
Uno degli ultimi abbinamenti è stato un Milk Punch alle rose e ciliegia accostato ad una mousse di fragole e meringa alle rose.
C’è un cocktail iconico che avresti voluto inventare tu? E come lo reinterpreteresti usando Malfy Gin?
Un drink iconico che avrei voluto inventare io? Il Manhattan o il Martinez. Quest’ultimo per darci l’impronta di Malfy Gin, userei Malfy Gin con Arancia con magari un vermouth più secco e un bitter più speziato.
Originale, Con Limone, Con Arancia o Rosa: ne puoi scegliere uno solo. Quale e perché e mixato come?
Se dovessi scegliere un solo gin della linea Malfy sarebbe Originale, per una maggior versatilità, potendo così variare frequentemente da un cocktail all’altro.
Malfy Gin è un omaggio ai sapori italiani. C’è un ricordo o un luogo in Italia che ti ha ispirato nella creazione di un cocktail?
In ogni menù che creo, c’è sempre un riferimento alla mia Genova. Penso che i sapori della propria terra siano importanti e facciano parte della cultura italiana, quindi anche se piccolo mi piace inserire un ingrediente o un liquore tipico delle mie parti, e soprattutto far conoscere nuovi sapori alla gente.
Immagina Malfy. E poi descrivilo.
Fresco, mediterraneo e disponibile a qualsiasi palato. Direi che sono i aggettivi che descrivono al meglio i prodotti Malfy Gin.
Un segreto professionale da condividere, soprattutto per chi si cimenta nella creazione di cocktail a casa
Il mio segreto professionale che continuo ad attuare ancora oggi? Essere curioso, attraverso libri, blog, video, persone, oppure viaggiando, cerco sempre qualcosa di nuovo, senza dimenticare di divertirmi ovviamente.